Gaia Informatica S.r.l.
Magis

Più di 40 anni di storia, progetti e creatività nel mondo del design

I nostri appuntamenti di “Caffè con Gaia” continuano. Oggi sono venuti a trovarci Barbara Minetto, Alberto Perazza e Sandro Scotton di Magis. Ecco cosa ci hanno raccontato!

Buongiorno Alberto, vuole iniziare lei a raccontarci di cosa si occupa la vostra azienda?

Certo! Magis è nata nel 1976 da un’idea di mio padre, Eugenio Perazza, si trova a Torre di Mosto ed opera nel settore dell’arredamento di design Made in Italy. Il nome dell’azienda non è stato scelto a caso: “Magis”, infatti, è una parola latina che significa “di più”, e rappresenta proprio la nostra essenza. Vogliamo infatti essere e fare di più. In tutte le nostre creazioni, abbiamo sempre considerato la tecnologia e il design come variabili fondamentali per garantire l’unicità dei prodotti. Inizialmente, negli anni ‘70 e ’80, creavamo oggetti da noi definiti “dimenticati dal design”, come la scaletta pieghevole a tre gradini, chiamata Step, l’asse da stiro e lo scolapiatti. Successivamente abbiamo cominciato ad ideare anche mobili, come sedie e sgabelli, affidando il progetto a designers esterni e a produttori italiani. Internamente, oltre all’ideazione di nuovi prodotti, ci occupiamo anche della commercializzazione in Italia e all’estero

C’è qualche oggetto della vostra collezione a cui siete particolarmente legati?

Si, ce ne sono molti a dire il vero! Uno di questi è il portabottiglie Bottle del 1994 di Jasper Morrison, che ci ha consentito di avere una grande visibilità grazie all’inserimento nella collezione permanente del MoMA e in molte riviste importanti. Nel 1997, invece, è uscito lo sgabello Bombo di Stefano Giovannoni, che è stata una vera e propria rivoluzione: uno sgabello regolabile in altezza di design contemporaneo, con il poggiapiedi che saliva e scendeva con la seduta stessa, non si era mai visto prima! Anche questo ci ha dato molta visibilità perché è stato inserito in diverse trasmissioni televisive. Pensa che le Poste Italiane hanno dedicato al Bombo addirittura un francobollo

Un’altra creazione di cui andiamo particolarmente fieri è la sedia Chair One del 2003, disegnata da Kostantin Grcic e realizzata con la pressofusione di alluminio. Ha rappresentato un bellissimo lavoro di squadra che ha coinvolto ingegneri, designers e prototipisti, e ad oggi è diventata un’icona destinata ad essere un classico. 

So che avete ricevuto vari premi e certificazioni nel corso del tempo…

Si! Abbiamo diverse certificazioni come la ISO 9001, la ISO 14001 relativa alla gestione ambientale, le FSC sui legni, che certifica la gestione corretta e consapevole delle foreste, e la certificazione di prodotto ambientale GreenGuard. Abbiamo anche ricevuto diversi premi di design da riviste come «Wallpaper» ed «Elle Decor» e alcuni Compassi d’Oro: uno nel 2011 per la sedia Steelwood, uno nel 2022 per la sedia Plato e il più importante, il Compasso d’Oro alla Carriera, ricevuto da mio padre Eugenio nel 2020. Siamo molto orgogliosi della strada percorsa finora e del successo che stanno avendo le nostre creazioni che, tra l’altro, sono state inserite in buona parte nelle collezioni permanenti dei musei, come il MoMa di New York e il Victoria and Albert Museum di Londra 

Come applicate il concetto di sostenibilità alle vostre creazioni?

Il tema della sostenibilità ci sta a cuore da sempre, anche perché in esso è intrinseco il concetto di durabilità: i nostri prodotti sono realizzati in modo da essere destinati a durare nel tempo, non solo per la qualità dei materiali, ma anche perché non vogliamo siano vincolati alle mode del momento. Da diverso tempo stiamo spingendo all’uso di plastiche riciclate e bio, che vanno quindi a sostituire la plastica monouso dannosa per l’ambiente. 

Quest’anno, ad esempio, abbiamo riproposto a Milano la sedia Air-Chair dell’anno 2000 (la prima ad essere stata realizzata con la tecnologia air molding nel settore del design), che abbiamo ricreato utilizzando un materiale plastico interamente di recupero. È una sedia molto bella e particolare, creata in un unico colore per non aggiungere composti chimici.

È vero che avete creato anche dei vostri vini?

Si, è vero. Il nostro desiderio era quello di applicare la visione dell’essere unici e universali anche al mondo vinicolo, così siamo andati alla ricerca del territorio perfetto, e l’abbiamo trovato. Nel Friuli i vigneti conservano un inestimabile patrimonio di varietà autoctone, che offrono una materia prima eccellente e unica. È da qui che sono nati i nostri tre vini: il Nero Magis, composto da Merlot e Pignolo, il Nero Magis Riserva, composto da Pignolo in purezza, ed il Bianco Magis, che unisce il Friulano allo Chardonnay e al Pinot Bianco. 

 

Ringraziamo di cuore Barbara, Alberto e Sandro per esserci venuti a trovare ed averci fatto entrare nel cuore di Magis!